Non basta l’etichetta, naturalmente

Ha ancora senso parlare di vino naturale? O meglio, è ancora utile cercare un’etichetta con cui fare un distinguo con le pratiche convenzionali? Per quanto possa sembrare una domanda per certi versi persino superflua, il rischio che tutto venga omologato esiste eccome. Detto ciò non ci si può limitare alla superficie di un nome. Di per sé “naturale” non vuol dire nulla se al concetto non viene applicata una pratica rigorosa e indipendente dalla moda del momento. Tradotto, l’approccio al vino non dovrebbe mai essere occasionale ma frutto di una passione capace di condurre alla conoscenza. Ed è questo, fin dall’inizio, lo spirito da cui è nata Enoteca Liquida: un lungo viaggio durante il quale, più che subirlo, il nostro vino lo abbiamo cercato, passo dopo passo.

Il comune denominatore è l’amore per la terra. Un sentimento autentico che già si coglie negli occhi dei vignaioli: uno sguardo pieno di passione e rispetto. Ed è qui che ogni etichetta cede il passo alla sostanza: basta camminare in vigna o muoversi in cantina per capire la differenza tra gli aggettivi e la sostanza. Ancora prima di aprire una bottiglia, si ha già la sensazione di avere a che fare con una vicenda dettata più dalle leggi del cuore che non da quelle del denaro. Eppure biodiversità, sostenibilità, etica non dovrebbero mai essere in antitesi al proprio interesse, a un profitto ridimensionato in nome della salute. Perché almeno una cosa è certa: quando in vigna e in cantina si lavora senza fare della chimica il proprio ombrello, il consumatore non può non accorgersene.

Dire quindi che produrre vino naturale, “senza trucco”, fa meno male, a noi e alla natura, è un fatto difficilmente smentibile. Tuttavia non basta. Il vino, anche nella sua forma più ancestrale, occorre saperlo fare. Nulla si può improvvisare. Il nostro non è il “vino del contadino” ma il vino di chi ha sulle spalle un percorso enologico coerente con il territorio in cui vive. Tradizione, storia, conoscenza, buone e cattive annate. Fatica e gioia. Le nostre bottiglie hanno lo stesso carattere di chi le produce: sono uno specchio che ne esalta naturalmente le qualità. E quando si parla di difetti, basta capire la differenza tra una ruga e un rossetto.