Quando è moda è moda

vini veri

C’è una grande confusione intorno al mondo dei vini naturali, dei vini veri, resa ancora più grande dalla polemica sulla biodinamica. Come sempre, quando si mettono in moto grandi interessi, si dimentica il nocciolo della questione. Avendo fiutato che il vino naturale è diventato (anche) di moda, va da sé che la grande industria e le grandi distribuzioni abbiano cercato di metterci la mano. Prima uscendo con le loro linee “Senza solfiti”, poi arrivando persino a produrre vini semplicemente etichettati con il nome “Biodinamico”.

Il vero difetto: l’omologazione

Ora è chiaro, almeno a chi si è avvicinato all’universo dei vini veri, naturali, per istinto e non per moda, che i principi su cui si basa la filosofia dei vini “senza trucco” hanno ben altre basi e radici. Ma si sa che l’omologazione è un pericolo dal quale bisogna sempre tenersi alla larga. E anche dalla prepotenza con cui i più grandi riescono a far loro anche le riserve più resistenti, depredandole dei loro contenuti e della loro storia.

Mai come ora, e lo diciamo soprattutto a chi si avvicina da neofita al mondo dei vini naturali, è opportuno quindi conoscere i vignaioli e il loro percorso. il pericolo, va detto, non arriva solo da chi produce milioni di bottiglie e vuole allargare la propria offerta inserendo a listino bottiglie “alternative”, chiamiamole così, ma anche da chi, quasi sempre in buona fede, si è lanciato senza troppo mestiere nell’avventura naturale. Con risultati che spesso si possono definire, a essere generosi, naif.

Si può sempre migliorare

Insomma, fare il vino è un’arte che si può certamente imparare ma non improvvisare. La puzza non è una caratteristica del vino naturale ma un difetto: sempre. In questi anni abbiamo conosciuto decine e decine di vignaioli. Nel corso di questo tempo abbiamo visto chi, annata dopo annata, è cresciuto. Una crescita figlia di buoni compagni di viaggio, di ascolti, di collaborazioni con i vignaioli più anziani, quelli che il vino buono lo hanno sempre fatto, ancora prima che gli si dovesse dare un etichetta per distinguerlo da quello convenzionale. Ma abbiamo anche assaggiato tanti vini cattivi.

Perché alla fine, se non si vuole cadere nel trappola di gaberiana memoria, “quando è moda è moda”, il vino, prima che naturale, deve essere buono. Altrimenti si presta il fianco a chi non vede l’ora di ridicolizzare tutto un movimento mostrando solo il volto dei suoi principianti. Molti dei quali, se sapranno andare oltre una bella etichetta rock ’n’ roll, con umiltà, mestiere e pazienza arriveranno al traguardo. Senza fretta, senza inseguire la moda, con il cuore diventa tutto più naturale.