Descrizione
Trebbiano d’Abruzzo Emidio Pepe: un vino fatto con i piedi
Il Trebbiano d’Abruzzo di Emidio Pepe è ormai diventato una delle interpretazioni di questo vino più ricercate dagli appassionati. Cosa riesce a fare Emidio Pepe grazie al suo metodo basato sui principi della biodinamica, lo può spiegare solo l’assaggio dei suoi vini. Parliamo di un modo naturale e antico di intendere il lavoro vitivinicolo. Il suo Trebbiano d’Abruzzo ne è un esempio che potremmo definire iconico. Dopo la selezione dei migliori grappoli e la delicata raccolta manuale, l’uva bianca (diverso è il metodo, per esempio, della produzione del Montepulciano d’Abruzzo) viene pigiata con i piedi in una grande vasca di legno. Generalmente gli acini vengono schiacciati 350 chilogrammi alla volta per circa 45 minuti. Risultato: una continua stimolazione della buccia con il mosto, cosicché rilasci gli aromi. I raspi non si rompono e si ottiene così un mosto fiore ricco degli elementi utili a indurre sia la fermentazione alcolica ma anche i tanti effetti virtuosi che tracciano la personalità del vino.
Quello di Emidio Pepe è un metodo di vinificazione rimasto invariato fin dalla prima vendemmia del 1964. Il grande rispetto per la natura, e più specificamente per la vite, che caratterizza questo grandissimo produttore abruzzese, lo si ritrova nell’assenza, ancora oggi, dell’utilizzo di macchine. La delicatezza del lavoro manuale garantisce precisione e qualità. Anche le vasche di cemento vetrificate, utilizzate per la fermentazione o l’affinamento, sono le stesse di quando Emidio Pepe iniziò. E’ il cemento, secondo lui, la “casa” del vino. E’ in questo luogo neutro che il vino, secondo Emidio, è più libero di esprimersi assecondando la sua natura.