Descrizione
L’abbiamo bevuto!
Il colore è rosso rubino intenso, diciamo anche impenetrabile. Una caratteristica dovuta al fatto che il vino Teroldego Foradori non subisce filtrazioni.
Al naso il vino si rivela fruttato con note floreali che rimandano ai fiori rossi, e alle violette, ma si avvertono anche spezie e frutti di bosco.
In bocca questo teroldego è rotondo, senza spigolature, morbido e fresco. Si lascia bere facilmente e non chiede di essere adulato, anzi, è lui a voler compiacere il nostro palato.
Da servire a 16°-18°.
Due parole in più sul Teroldego Foradori
Teroldego Foradori è uno dei più significativi vini naturali del Trentino. E’ piena e sincera espressione del territorio in cui viene prodotto dall’azienda di Elisabetta Foradori. Tra i vignaioli artigianali trentini Elisabetta è sicuramente tra coloro che più di altri ha saputo dare nuovo impulso al vino naturale in quest’area. Del resto la sua esperienza è invidiabile. Un percorso di crescita e consapevolezza che l’ha portata alla biodinamica. Dopo avere iniziato a condurre le vigne di famiglia nel 1984, Elisabetta ha la svolta “naturalissima” nel 2004. Oltre al teroldego, coltiva nosiola ed incrocio manzoni. Tutti i suoi vini sono unanimemente riconosciuti come significative espressioni dell’eccellenza del territorio, anche al di fuori della “cerchia” dei patiti di vini naturali.
Il Teroldego Foradori è prodotto con l’omonima uva in purezza, frutto dei vigneti situati a Mezzolombardo. Si tratta di un territorio caratterizzato da un suolo di origine alluvionale, quindi ricco di sabbia e ghiaia. Nessun trattamento invasivo viene utilizzato in vigna (solo un po’ di zolfo e rame). La macerazione generalmente contempla un periodo che va dai 10 ai 15 giorni. In cantina tutte le fermentazioni sono spontanee e avvengono in vasche di cemento. Il vino prima dell’imbottigliamento sosta in botti di legno per 20 mesi per l’affinamento.
Questo è un vino Triple A. Significa che appartiene alla galassia dei vini distribuiti esclusivamente da Velier. Sono vini scelti secondo un rigido protocollo non ufficiale che ne attesti per così dire la naturalezza. Tra le caratteristiche che devono avere i vini Triple A, per esempio, c’è l’assenza di qualsiasi correzione chimica. L’obiettivo è di restituire attraverso il vino l’essenza naturale del terroir da cui esso nasce, affinché il vino rappresenti un’espressione unica, non standardizzata a scopi commerciali. Ogni trattamento con finalità industriali è bandito.