Descrizione
Teresa significa voler bene al vino
Un vitigno piuttosto raro il Ruché con cui è prodotto Teresa, uno dei rossi di Cascina Tavijn. Come tutti i vini “firmati” dalla vignaiola di di Scurzolengo, Nadia Verrua, anche questo si distingue per una onestà e genuinità che saltano subito all’occhio (e soprattutto alla bocca). L’etichetta è del tutto ispirata alla mamma di Nadia che si chiama, appunto, Teresa. Anche la figura rappresentata non è altro che il ritratto simpaticamente stilizzato della mamma alla quale questo vino è un esplicito omaggio. Quale migliore evidenza della passione e dell’amore con la quale Nadia Verrua si dedica alla vigna e alla vinificazione? Così come il grignolino prende il nome del padre Ottavio e il vino bianco il nome della figlia Bianca. Del resto famiglia e attività vitivinicola sono strettamente legate a Cascina Tavijn.
E’ dal 1908 che la famiglia Verrua coltiva pochi ettari di vigna. Dal principio i vini erano destinati all’autoconsumo e alla vendita a poche persone e realtà del territorio circostante. Poi la produzione è aumentata ma sempre senza la pretesa di ingrandirsi e massificarsi. Anzi, oggi Cascina Tavijn produce al massimo circa 20mila bottiglie. La filosofia è quella di prediligere la qualità e la onestà (in vigna e in cantina) ai grandi numeri che significherebbero uniformare la produzione. Nadia invece predilige originalità e unicità, sebbene i vini possano essere diversi da un’annata con l’altra. E’ per questo, per esempio, che quando la sua Barbera si è vista rifiutare la denominazione DOC, anziché “correggerla”, Nadia la valorizzata con una bella etichetta che simboleggia la sua lotta alle convenzioni: è nata così Bandita.