Descrizione
C Guccione: un grande Catarratto siciliano
Come definire il C Guccione? A noi piace evidenziarne il tratto deciso ma elegante, delicato e complesso allo stesso tempo. Sorprende il suo potenziale evolutivo. Qualche anno in bottiglia ne accentua la complessità e lo arricchisce di sfumature e ne esalta la struttura. Siamo davanti a uno dei vitigni a bacca bianca più classici della Sicilia. Ma il C non è niente affatto banale: mostra una certa fierezza e una certa struttura. Non potrebbe essere altrimenti visto che proviene da un’uva elegante che assicura delicatezza aromatica e una presenza di profumi importante. Potremmo dire che questo bianco ha un carattere deciso che non è però giocato sulla forza.
C è sostanzialmente un orange wine. L’uva raccolta a mano fermenta spontaneamente in botti d’acacia grazie ai lieviti indigeni. La macerazione sulle bucce dura una decina di giorni o anche più. Niente chiarifiche o filtrazioni prima dell’imbottigliamento. Al naso emerge la complessità dei profumi, dalla frutta gialla matura a note di miele con rimandi a erbe aromatiche e persino a pino marittimo. In bocca il carattere deciso si traduce in un sorso ricco e denso. Il finale è lungo e persistente si arricchisce di leggera sapidità.
Il Catarratto coltivato da Guccione è della varietà extra lucido, molto delicato e quindi poco coltivato oggi. I principi della biodinamica sono alla base della produzione del vignaiolo di Contrada Cerasa (località di Monreale, nel Palermitano). A parte l’uso dei preparati cornosilice e cornoletame Guccione fa sovescio naturale di essenze ed erbe spontanee per tutto il periodo invernale che servono a mantenere integra la struttura del terreno in modo naturale. In primavera inizia a trinciare con una certa frequenza per stimolare le erbe a vegetare di più. Inizia poi una prima apertura del terreno a file alterne con un ripper, cioè un attrezzo che fende la terra senza vomere e quindi senza rivoltare la terra. Successivamente Francesco lavora con l’erpice per dare semplicemente una smossa alla terra in modo da dare ossigenazione al sottosuolo e diminuire l’evaporazione dell’ acqua in modo da eliminare la cosiddetta irrigazione di soccorso.