La città gli va stretta e i ritmi frenetici della vita cominciano a pesare e forse anche a non avere più senso. Qualcosa cambia dentro Daniele Favaro che all’alba dei quaranta decide di tentare una nuova strada. Dopo una vita trascorsa come professionista nel campo dell’infortunistica Daniele ascolta il suo cuore e il suo spirito, ne segue la voce e arriva in Piemonte, a Sessame, dove scopre un angolo di langa astigiana in vendita, dove un tempo vi era un’azienda agricola esistente dal 1800.
Inizia l’avventura
Lì c’è tutto quello di cui il nuovo Daniele ha bisogno: un cascinale da ristrutturare, una cantina da costruire, boschi e, soprattutto, vigneti. Inizia così una nuova avventura, una vera e propria sfida per realizzare un sogno covato in silenzio per anni, forse troppi anni: il sogno di fare il vino.
Gli vengono in soccorso 4 ettari vitati con impianti di Moscato bianco risalenti alla fine degli anni Cinquanta. Ma ci sono anche Barbera, Bracchetto e Dolcetto. La vigna, però, è abbandonata da dieci anni e la prima cosa che Daniele deve fare è recuperarla. Il lavoro da fare è faticosissimo e le giornate lunghe ma pesano meno di quelle trascorse sulle frenetiche strade della Brianza. La scelta vira immediatamente verso l’idea di un’agricoltura sostenibile in conversione biologica orientato nel futuro biodinamico.
La prima vendemmia
Il 2020 è l’anno della prima vendemmia e quel Moscato che Daniele ha curato con passione e dedizione lo ricompensa in modo a dir poco inaspettato. In vigna nessun diserbo o additivi chimici e in cantina subito Daniele Favaro tenta la via dei lieviti indigeni e delle fermentazioni spontanee. Filtrazioni grossolane e minima quantità di solfiti aggiunti all’imbottigliamento. Le prime due etichette di casa Favaro sono più che incoraggianti. Si capisce che il “giovane” vignaiolo non abbandonerà mai questa nuova strada. Affascinato da alcuni incontri con altri vignaioli da subito tenta la vinificazione in anfora di terracotta. Nasce così il 20.20, un Moscato fermo e secco, aromatico e bilanciato, al di sopra di ogni aspettativa per una prima vendemmia.