Cristiana Galasso, la vignaiola fiammiferaia, come ama autodefinirsi, terminati gli studi d’arte e dopo qualche anno di riflessione, decide di tornare alle origini, in campagna e in vigna, sotto l’imponente ombra della Maiella, il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso.
A inizio millennio, con una piccola vigna di uve Müller-Thurgau, i primi incoraggianti esperimenti; poi la prima vigna di Montepulciano in affitto e nel 2006 il suo primo imbottigliamento ufficiale. Da sola, partendo davvero da zero e con la paura di non farcela sempre in agguato, Cristiana affronta la terra con umiltà e determinazione, il resto lo fanno le sue mani e un cingolato acquistato a buon prezzo. Pur vivendo in una graziosa dimora a San Valentino in Abruzzo Citeriore, quando lavora in vigna preferisce rifugiarsi nella sua ormai leggendaria roulotte.
La vita contadina, lo ha ricordato la stessa Galasso a “Lavinium” (rivista di vino e cultura online) è rude, viscerale, passionale, non concede pause, non consente nemmeno di asciugare il sudore della fronte. E per una donna è ancora più dura, perché in vigna tocca essere se stessi fino in fondo. Bisogna fondersi con l’ambiente, ascoltarlo, capirlo, interpretarlo, mettere da parte l’effimero ed essere lucidi, attenti, rispettosi. Non c’è tempo per ingannevoli effetti speciali.
Con queste premesse, è difficile immaginare una bottiglia che non parli lo stesso spontaneo linguaggio. Il Lama Bianca di Feudo D’Ugni è infatti un Trebbiano d’Abruzzo di una semplicità disarmante. Un vino che vorresti ritrovare tutti i giorni nel bicchiere, un bianco che allontana i rossi dalla tavola esibendo la sua freschissima e irresistibile voglia di farsi consumare.
Cuore naturale
Durante una breve ma illuminante video intervista, a un giornalista che le ha chiesto se facesse qualcosa di speciale per ottenere vini così particolari, Cristiana Galasso, con un sorriso di una spontaneità illuminante, ha risposto così: «Non faccio niente. Faccio il meno possibile ma con tanta fatica. Però mi piace moltissimo la vita in campagna, mi piace fare il vino».
Quando si parla di vini naturali, troppo spesso ci si dimentica che la radice sta nel cuore. Non ci si improvvisa contadini senza un sentimento che arriva dal centro del petto, da un battito in sintonia con la terra. Povero è il vino se non va a tempo, se non ha un canto, un tuffo, un gesto d’istinto, direbbe Stefano Barotti, il cantautore dell’amore e del buon vino. Ma quando un vino “ferisce” come il Lama Bianca allora siamo di fronte a un vino ricco, reso prezioso non da un’idea ma dalla forza di una donna autentica in ogni gesto della sua vita. Bere il bianco di Cristiana Galasso è come ricevere un dono inaspettato: quando succede, il collo di quella bottiglia occorre tenerlo stretto in un pugno.
Curiosità
Feudo d’Ugni nasce sulle colline abruzzesi, in Provincia di Pescara, sotto il massiccio montuoso della Majella. Cristiana Galasso, per caso o per intuito, viene catturata dall’energia delle vigne e della natura, fondando nel 2004 la sua cantina. La sua è una passione giustificata da una forza magnetica da cui resta intrappolata, quella del vino. Alle spalle non ha una famiglia vignaiola da generazioni, solo il suo grande desiderio di natura, di verità e di semplicità.