10 rifermentati in bottiglia (e in lattina) da non perdere

Rifermentati in bottiglia

Nella nostra esperienza i rifermentati in bottiglia sono i vini che più di altri riescono ad avvicinare al vino naturale persone che fino a quel momento hanno conosciuto e bevuto solo vini convenzionali. Spesso si tratta di un incontro-rivelazione che più che avvicinare nuovi appassionati, li conquista, al punto che difficilmente torneranno indietro. Perché ci si innamora dei rifermentati? Dipende sempre quale percorso abbiamo alle spalle, ma generalmente di questi vini colpiscono due cose. Primo: l’essere totalmente diversi come gusto da qualsiasi altra tipologia di vino bevuto in precedenza. Secondo: la loro leggerezza e straordinaria beva ti permettono di finire un’intera bottiglia senza incorrere in una colossale sbronza con capogiri e fastidiosi postumi. Tutto questo ammesso sempre che il rifermentato sia fatto bene, con cura e grande rispetto della natura, senza addittivi e correzioni chimiche. Vediamo, dunque, 10 rifermentati in bottiglia che secondo noi non possono deludere e, anzi, sono in grado di incuriosire e spingere a conoscere meglio il mondo dei vini naturali. Quella che segue non è una classifica, ma una semplice lista di dieci vini che ci piacciono davvero.

Rifol – Ezio Cerruti

Rifol di Ezio Cerruti

Una parola descrive questo rifermentato di uva Moscato prodotto dal maestro Ezio Cerruti: unico. Nel panorama dei rifermentati state pur certo che non troverete nulla di simile. Iniziare ad approcciarsi ai rifermentati da questo vino potrebbe essere pericoloso. Si rischia di finire a ricercare nei successivi vini il gusto e le emozioni provate nel bere per la prima volta il Rifol. Una ricerca destinata a rimanere vana. Ci troviamo in Piemonte, per la precisione a Castiglione Tinella. Questo è stato quasi certamente il primo Moscato bianco secco rifermentato in bottiglia mai prodotto. Il nome è formato dalla parola “Fol” (follia) – cioè il Moscato bianco fermo di Ezio Cerruti – e dal prefisso “ri” (rifermentato). Straordinario anche nella versione “rosato” prodotto con Freisa).

Andeira – Rocco di Carpeneto

Andeira di Rocco di Carpeneto

Nel vernacolo locale carpenetese (siamo a Carpeneto, vicino ad Ovada) significa “ritmo, bell’andatura”. Il nome Andeira, dunque, richiama il movimento, ma anche l’allegria che questo vino sprigiona. Anche qui siamo nel campo dell’originalità e del genio. I vulcanici Lidia Carbonetti e Paolo Baretta dell’azienda Rocco di Carpeneto hanno imbottigliato l’allegria della Barbera nella sua espressione più onesta e divertente. Un vino fresco dall’acidità caratterizzante, facile ma elegante. Un gioiellino tra i rifermentati.

Pipibum – Ca’ del Conte

Pipibum Ca' del Conte

Il primo rifermentato dell’azienda lombarda Ca’ del Conte è stato subito un successo. Il nome sarebbe dovuto essere Pi-bi-bum per richiamare il vitigno, cioè Pinot Bianco con le bolle. Un errore in sede di realizzazione grafica dell’etichetta ha in parte distorto questo significato, ma non certo il gusto del vino. Per dare le bolle al Pipibum è stato utilizzato mosto congelato di Chardonnay per innescare la rifermentazione. Un vino che potremmo definire “saporito”, pieno ma niente affatto noiso o stucchevole.

Gargante – Nevio Scala

Gargante di Nevio Scala

Un vino ancestrale fresco e dissetante. Il Gargante – dalla radice della garganega e per allusione ai piaceri della gola – è il vino più gioioso e giocoso di Nevio Scala, ma anche sincero e terreno: sole uve garganega e niente più. Non c’è che dire, un vino frizzante veneto diverso dai soliti.

Voria – Porta del Vento

Voria bianco - Porta del Vento

Un esempio di cosa può fare il sole della Sicilia se le mani del vignaiolo sono sapienti e rispettose come quelle di Marco Sferlazzo. La linea Voria di Porta del Vento è una serie di rifermentati gustosi, succosi, ricchi ed immediati. La versione in bianco è quella più facile per cominciare a degustarli. L’uva Catarratto assume una tinta gialla il cui colore rimanda a colpo d’occhio alle note agrumate che il vino sprigiona al naso e in bocca.

Wines of Anarchy – Francesco Cirelli

Wines of Anarchy rifermentato in bottiglia

Se per molti Abruzzo uguale Montepulciano, allora bere il Wines of Anarchy di Francesco Cirelli sarà un po’ come esplorarne le zone più belle ma nascoste. Spesso basta allontanarsi dalle strade più frequentate e imboccare i sentieri meno battuti per scoprire i luoghi più straordinari. Il rifermentato di Montepulciano prodotto da Cirelli ci porta a scoprire una nuova espressione e interpretazione di questo super vitigno. Un rosato che scorre senza sosta.
Gargante

Lubigo – Massimiliano Croci

Lubigo - Massimiliano Croci

Imprescindibile per il neo esploratore di rifermentati il Lubigo di Massimiliano Croci, vero fuoriclasse dei vini naturali emiliani. Il vitigno è l’Ortrugo. Al naso il profumo è fragrante, con note di frutta gialla matura, lieviti e crosta di pane. In bocca il gusto è allegro, vivace e rustico. Di spiccata freschezza, intenso e secco. Di facile abbinamento.

Frizzi Pop – Tenuta L’Armonia

 

Frizzi Pop - Tenuta L'Armonia

Frizzi Pop riflette il carattere energico del vignaiolo Andrea Pendin. Dall’insolito blend di Pinot nero e Durella – vitigni uno a bacca rossa, l’altro a bacca bianca – nasce questo rifermentato esplosivo. Il Frizzi Pop comunica già tutto nel nome e nell’etichetta che veste la bottiglia di questo rifermentato con metodo ancestrale. Un vino frizzante giovane, vivace, colorato. Alla portata di tutti.

Nonno Gè – Il Vino e le Rose

Rifermentato in lattina Nonno Gè - Il Vino e le Rose

Semplicemente Cortese. Nonno Gè primo rifermentato in lattina dell’azienda piemontese Il Vino e le Rose sorprende per la pienezza del sapore. Il formato da 33 cl lo rende perfetto per un aperitivo anche solitario. Non è una brutta idea tenerne sempre una lattina in fresco.

Frizzese – Arnaldo Rossi

Frizzese di Arnaldo Rossi

Un frizzante figlio di un’annata un po’ difficile. Frizzese sarebbe dovuto diventare un vino fermo importante, un po’ come il suo più famoso e rinomato fratello – il Dodo – ma le caratteristiche di quel 2014 non erano favorevoli. Da qui la decisione di Arnaldo Rossi di farlo rifermentare. E così questo Sangiovese toscano si è vivacizzato ed è finito a essere un prodotto più o meno costante della cantina di Cortona.